I miei due giorni a Venezia, tra cibo e…Cibo!

18.02.2014

 Affronto ogni viaggio con il sorriso, ma questa volta ero particolarmente ispirata, sarà che non ero mai stata a Venezia, sarà che non me la aspettavo così affascinante.

Arrivare in questa città è stata una sorpresa!

Nonostante l’enorme quantità di turisti, tutto sembra muoversi lentamente e in silenzio.

Le luci che si riflettono sull’acqua fanno sì che ogni scorcio sembri un dipinto, si ha l’impressione di essere in un mondo a parte.

Bellissimo prendere la “metro” di Venezia – il vaporetto – e passare attraverso il Canal Grande osservando i meravigliosi palazzi dai colori tenui di stile Gotico e Barocco; ancora più bello PERDERSI (sì, dovete farlo!) a piedi tra le minuscole viette e scoprire al di là di ogni angolo dei panorami che sembrano essere finti, con qualche gondola a completare la poesia.

Piazza S.Marco, con la sua basilica e il campanile, è da vedere; se poi andate a Venezia nel periodo di Carnevale, come è capitato a me, non c’è niente di più caratteristico: la piazza si riempie di “veneziani e non” che, tutti rigorosamente mascherati, si mescolano in una festa di colori e sorrisi, dal più piccolo al più grande.

Ora veniamo a noi… Parliamo di cibo!!!

Venezia non è proprio la meta enogastronomica per eccellenza, vuoi perchè c’è ancora un po’ di chiusura, vuoi perchè scarseggia di idee “nuove”.

Io sono andata sul sicuro: guida Michelin alla mano, ho scelto per la cena il ristorante “Il Ridotto”, proprio dietro Piazza San Marco, nel Sestiere di Castello.

Qui la coppia di chef Gianni Bonaccorsi e Ivano Mestriner offrono un menù che dà estrema importanza alle verdure (e la cosa mi piace assai), unendole a materie prime del territorio, creando piatti equilibrati, colorati e buonissimi. Ho amato la Crema di fagioli con frutti di mare e la Bavarese al pistacchio con gelatina di arancio, meringa in granella e scorza glassata.
Non manca l’attenzione al vegan, con piatti creati interamente senza l’utilizzo di derivati animali, come ad esempio il Tiramisù vegano. 
Lo stile del ristorante è moderno senza mancare di calore, l’intimità creata dalle luci soffuse e dai mattoncini crea un’atmosfera davvero piacevole.
A completare l’esperienza Manuel Trevisan, il responsabile di Sala, che con la sua competenza e simpatia riesce a “coccolare” il cliente con le giuste attenzioni, senza mai eccedere.
Insomma, con 70 euro di menù degustazione (escluso vino), riuscite a concedervi una cena  “stellata” davvero soddisfacente!
Nota dolente: la grafica del menù è un po’ old style ragazzi, penserei a qualcosa di nuovo! 

Per non farmi mancar nulla, domenica ho fatto un tipico pranzo a base di “cicchetti” all’Aciugheta, stessa proprietà del Ridotto ma concept diverso: cicchetti, pizza, aperitivo, più smart insomma, senza perdere di qualità.

Se, come me, passate solo un weekend a Venezia, non fatevi comunque mancare una visita a Burano: molto diversa dalla capitale del Veneto, è una piccolissima e deliziosa isola caratterizzata da sfilze di case dai colori accesi l’uno diverso dall’altro (si dice che anticamente i pescatori dipingessero le proprie abitazioni per riconoscerle al rientro dalla pesca). L’isola è conosciuta anche per i suoi “merletti”, altra leggenda narra che le anziane detentrici della tecnica del merletto siano rimaste in 4… Se così fosse, io ne ho beccate la metà in un colpo solo!

A Burano assaggiate i biscotti tipici, i “Bussolai”, io li ho acquistati da un signore fantastico che mi ha salutata con questa frase: “Dopo il terzo cantuccino immerso nel vinello, tutto dopo apparirà certamente più bello!”.