Il cibo è vita.
Inizierei con questa verità a raccontarvi la mia giornata speciale ad Identità Golose, evento che si svolge annualmente a Milano (e non solo) dove i riflettori sono tutti puntati sui grandi chef del momento. Quest anno il tema è “Una golosa intelligenza”: chef illustri quali Carlo Cracco, Davide Scabin, Massimo Bottura, Heinz Beck spiegano che cos’è per loro una cucina “Intelligente” e approcciano ad una cucina più naturale. In particolare, in questa giornata che apre l’evento, una Sala viene interamente dedicata ad Identità Naturali, ed è proprio qui che ho passato la maggior parte della mia giornata, ovviamente! Tra gli interventi più interessanti quello di Lello Ravagnan (della Pizzeria Grigoris di Mestre) con il suo hamburger vegano a base di polpetta di ceci e lenticchie, maionese vegetale, polvere di peperoni e panino con pasta madre. Mi ha colpita la precisione della pasticciera Loretta Fanella, che dopo l’esperienza a El Bulli con Ferran Adrià, ora viaggia da sola e progetta di aprire un locale tutto suo, i dolci che presenta sono opere d’arte nelle quali ogni particolare assume la propria importanza visiva e gustativa: prepara delle rose di barbabietola con foglioline di piselli e degli alveari di meringa farciti con spuma al pistacchio, omaggio agli ospiti un delicatissimo gelato di riso con germe di riso tostato che era una meraviglia. E se dopo questi interventi io galleggiavo contenta sulla mia sediolina, poi è arrivata Daniela Cicioni che mi ha letteralmente incollata sulla sedia ad ascoltare tutta la sua sapienza. “L’essenza della cucina vegana” il titolo del suo intervento, ma a lei gli schemi stanno un po’ stretti quindi vegana, vegetariana o crudista che sia, la sua è una cucina che prima di tutto fa bene al nostro corpo. Dopo una Laurea in Architettura, nel 2000 la Cicioni scopre “La Sana Gola”, associazione che organizza corsi di cucina naturale, e da lì non torna più indietro: studia e prova su di sè i benefici di questa cucina naturale, leggera, ma piacevolissima, guadagnandone in salute. “Limitarsi nell’uso di derivati animali – spiega – permette di conoscere tantissimi nuovi ingredienti e nuovi tipi di cotture che hanno una potenzialità illimitata in termini di estetica, colori e sapori”. Comincia, quindi, con il far vedere quelli che lei chiama “fermentini”, simili a formaggi, a base di semi oleosi fatti fermentare e aromatizzati con trito di pepe, semi di ginepro, calendula ecc. Buonissima la cialda a base di acqua e pinoli, perfetta per insalate (in scaglie) o per altre golose guarnizioni. Un’esplosione di sapori il cavolfiore fatto riposare in acqua e concentrato di prugne umeboshi. La sua è una cucina tutta naturale con un linguaggio proprio, che fa bene prima a noi stessi, appagando allo stesso tempo il puro desiderio di piacevolezza. Non le piace “copiare” la cucina cucina classica, lei trova una nuova via, piena di colori e sapori ai quali forse non siamo più abituati. Grandiosa! La mia giornata finisce fuori da Identità Naturali, assistendo all’intervento di Davide Scabin in Auditorium, chef del pluristellato Combal.zero. Investe il palco con la sua simpatia e il suo carisma e tocca gli animi di tutti quando si emoziona parlando di un suo cliente che, malato di cancro, va nel suo ristorante per riuscire a non sentire “il sapore di chiodi in bocca” e assaporare qualcosa che gli faccia tornare l’appetito grazie ad una sapienza calibrazione di sapori dolci e acidi. Chiudo riportando gli “strilli” di Scabin: “MORE FOOD LESS FARMACY” “FOOD FOR FIGHTING” Perchè dobbiamo renderci conto della potenzialità di quello che mangiamo, e perchè il cibo è VITA.